
La risposta non è così immediata come può sembrare e si avvicina più che altro a un “nì”. Volendo sintetizzare, possiamo dire che:
Un epub è un ebook, ma un ebook non sempre è un epub.
![]() Tra i video-tutorial gratuiti del portale di e-learning Lynda.com, che spesso vi segnaliamo, ce n’è uno particolarmente utile a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’editoria digitale. Questo video – come molti altri della stessa sezione – è stato realizzato da Anne-Marie Concepción, una tra i maggiori esperti internazionali di editoria digitale, che con poche parole ci aiuta a fare chiarezza su un interrogativo molto diffuso: epub e ebook sono la stessa cosa? La risposta non è così immediata come può sembrare e si avvicina più che altro a un “nì”. Volendo sintetizzare, possiamo dire che: Un epub è un ebook, ma un ebook non sempre è un epub. Per comprendere meglio quest’affermazione facciamo un passo indietro e chiediamoci, prima di tutto, che cosa sia un ebook. Quando parliamo di electronic book (abbreviato in ebook o e-book) facciamo riferimento a una pubblicazione digitale, che può derivare da un’edizione cartacea ma anche nascere direttamente in formato elettronico. In sostanza, non è altro che un file, e come tale può essere copiato e cancellato, caricato e scaricato da internet – nonostante qualcuno definisca ebook anche i volumi consultabili in streaming.
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![]() In occasione della settimana dell'apprendimento, che si svolgerà dal 24 al 30 ottobre, tutti i corsi di Lynda.com saranno accessibili in modo gratuito. Lynda.com è uno dei più importanti portali di e-learning dedicati al digitale e offre corsi che spaziano dal marketing al web design, dallo sviluppo di app alla grafica 3D, nonché una nutrita sezione sull'editoria digitale e sul formato epub. Normalmente, solo alcuni video sono visibili gratuitamente, mentre la maggior parte richiede la sottoscrizione di un abbonamento. A partire da oggi e fino a domenica, tutti i corsi saranno eccezionalmente disponibili a costo zero per chi si collegherà alla piattaforma attraverso il proprio account Linkedin. Nella sezione digital publishing troverete numerosi corsi, sia di base che di approfondimento, incentrati su svariati argomenti. Ogni corso comprende una serie di lezioni, e ciascuna lezione è composta da un video-tutorial in lingua inglese accompagnato dalla trascrizione dell'audio. Vi consigliamo vivamente di approfittare dell'iniziativa di questa settimana, perché l'offerta formativa del portale è davvero ricca e ben fatta e vi sarà senza dubbio di grande aiuto. ![]() Dopo aver esaminato il file mimetype e la cartella META-INF, riprendiamo la nostra analisi dei componenti di un epub con il terzo elemento contenuto al suo interno: la cartella OEBPS. In questa cartella si concentrano gli interventi che un redattore digitale effettua per modificare o migliorare un epub esportato. Perché? Nella cartella OEBPS sono racchiusi tutti i contenuti del libro: testi, immagini, audio, video, sommari e altro ancora. Qui, inoltre, troviamo il file più importante di tutti: il content.opf, a cui abbiamo dedicato una guida a parte. Vediamo come sono organizzati gli altri contenuti della cartella OEBPS. Va detto, prima di tutto, che la struttura interna della cartella OEBPS dipende dal software con cui abbiamo realizzato l’epub. La maggior parte di questi, però, segue lo stesso criterio di organizzazione dei contenuti, utilizzando una serie di sottocartelle per raggruppare i file dello stesso formato. Per questo motivo, è molto probabile che troveremo una cartella per i css, una per le immagini, un’altra per le font, e così via. ![]() Quando si realizza un epub con InDesign, con Sigil o con altri software, accade spesso di dover intervenire sul risultato dell’esportazione per migliorarne alcuni aspetti, correggere degli errori di validazione o semplicemente modificarlo senza dover effettuare una seconda esportazione. Prima ancora di conoscere i linguaggi che l’epub utilizza, per capire dove mettere le mani occorre conoscere la struttura di base di un file epub. Al dì là dei contenuti, che cambiano per ogni libro, ogni epub segue la stessa organizzazione interna e richiede la presenza di alcuni elementi precisi. A differenza di altri formati di testo come il doc o il pdf, l’epub è in realtà un pacchetto compresso che racchiude dentro di sé una serie di altri file. Per guardare al suo interno e intervenire sul suo contenuto esistono due strade: decomprimerlo o caricarlo su Sigil. Ogni epub ben formato contiene sempre questi tre elementi:
![]() Una delle nuove funzioni introdotte dal formato epub3 riguarda la possibilità di inserire file audio o video all'interno del testo. Questa operazione può presentare, come vedremo, alcuni svantaggi a livello di dimensioni dell'epub e di accessibilità ai contenuti. Un'alternativa interessante all'inclusione dei file audio o video nel pacchetto è quella di utilizzare dei link diretti a file remoti, non presenti all'interno dell'ebook ma disponibili in rete. Questa scelta comporta diversi vantaggi. Innanzitutto il file epub risulta più "leggero" e può quindi essere scaricato e visualizzato in maniera più rapida. Inoltre, il fatto che i contenuti audio e video siano presenti in rete consente agli autori di apportarvi modifiche e aggiornamenti (mantenendo però il link così come è stato inserito nell'epub): una possibilità da escludersi nel caso di file interni al pacchetto. Un'ultimo vantaggio riguarda la possibilità di accedere a diversi formati dello stesso video o audio: epub3 è infatti in grado di scegliere tra i contenuti che meglio si adattano al dispositivo di lettura sul quale viene visualizzato, e quindi optare per il formato più compatibile con il device in uso. ![]() In un tutorial di qualche mese fa abbiamo analizzato il pannello di esportazione in formato epub di Adobe InDesign: in quell'occasione, si è accennato alla possibilità, introdotta nella versione CC 2015 del software, di esportare in fixed layout. Oggi riprendiamo l'argomento per soffermarci sulle varie sezioni che compongono il pannello di esportazione a layout fisso, con particolare attenzione alle impostazioni che determinano l'aspetto finale dell'ebook. Prima di iniziare, vi ricordiamo che la creazione di epub a layout fisso con InDesign è la soluzione più veloce che, tuttavia, genera non pochi problemi qualora si decidesse di intervenire sull'epub esportato per modificarne o arricchirne i contenuti (come spieghiamo qui). Preparare un documento per l'esportazione in fixed layout è relativamente più semplice rispetto alla procedura da seguire per ottenere un ebook a scorrimento; gli accorgimenti da seguire sono gli stessi: utilizzare gli stili e ancorare le immagini al testo. Per il resto, il libro può essere impaginato come per la stampa, tenendo presente che ogni pagina del documento di InDesign - diversamente da quanto accade con gli epub reflowable - corrisponderà una pagina dell'ebook. ![]() La maggior parte dei nostri tutorial dedicati a InDesign si concentrava sulla preparazione del testo e sull'esportazione in formato epub. Oggi, invece, ispirandoci a un articolo di InDesign Secrets, affronteremo il processo inverso: supponiamo di dover preparare un testo per la stampa ma di disporre solo della versione digitale, perché abbiamo perso o non abbiamo mai avuto il file con l'impaginato originale. Il procedimento per importare il testo in InDesign da un epub non è altrettanto semplice come quello per l'importazione di file Word o simili. Dovremo infatti utilizzare Ickmull, che va avviato tramite terminale e potrebbe risultare un po' ostico, ma ci sarà di grande aiuto per raggiungere il nostro scopo. Prima di cominciare dobbiamo decomprimere l'epub (qui spieghiamo come) e trovare al suo interno tutti i file con estensione .xhtml o .html, che riportano tutti i contenuti del libro. In genere questi file si trovano nella cartella OEPBS, ma potrebbero anche essere racchiusi in un'ulteriore sotto-cartella: nel nostro caso è meglio inserirli tutti in una cartella apposita, chiamata per esempio "xhtml". ![]() Uno degli errori più facili da commettere quando si realizza un epub con Adobe InDesign è quello di utilizzare delle impostazioni di stile locali, ovvero applicare la formattazione al testo attraverso il menu di caratteri e paragrafi senza poi "registrarla" in uno stile. Queste impostazioni vengono tradotte da InDesign, al momento dell'esportazione, nei cosiddetti "ovverride", ovvero stili di caratteri e di paragrafo che sovrascrivono la formattazione definita dagli stili creati dall'autore. Gli ovverride, oltretutto, rendono molto complessi gli interventi e le modifiche sull'aspetto del testo. È importante, quindi, prevenire la loro formazione attraverso un paio di semplici trucchi che vi sveleremo di seguito. Innanzitutto, per sapere se InDesign ha generato degli override è sufficiente aprire il css dell'epub, spostarsi verso la fine del foglio e cercare stili simili a questi: ![]() Uno degli aspetti più complessi da conservare nel passaggio dalla stampa al digitale è la disposizione del testo su due o più colonne. La soluzione più semplice, in questi casi, è quella di realizzare un fixed layout o un layout misto; tuttavia, con un po' di lavoro sul codice, è possibile ottenere un risultato soddisfacente anche con un epub a scorrimento. Le due procedure che vi proponiamo ci sono sembrate, tra tutte, le più funzionali ed efficaci. Vediamo in cosa consistono. 1. Utilizzare una tabella "invisibile" Per disporre il testo su più colonne la soluzione più immediata è quella di creare una tabella con una sola riga e tante colonne quante ne occorrono. A quel punto basterà inserire il testo all'interno delle celle e utilizzare i CSS per rendere i bordi della tabella invisibili. Ecco come impostare il codice per ottenere un layout a due colonne: utilizziamo il tag <table> per generare la tabella nel <body> e al suo interno inseriamo una riga con il tag <tr> e ancora, dentro questo, creiamo una cella con il tag <td>. ![]() Se avete dei vecchi ebook in formato epub2 e volete aggiornarli all’ultima versione del formato senza dover fare una nuova esportazione, questo tutorial fa al caso vostro. Anche se non siete esperti di codice, seguendo questi semplici passaggi potrete convertire un epub2 in epub3 in modo sicuro e senza errori di validazione. Una volta scompattato l’epub (qui spieghiamo come fare) aprite la cartella OEBPS, dove si trovano tutti i contenuti della pubblicazione. Con un editor di codice (ne citiamo diversi qui) dovrete modificare alcuni dei file presenti in questa cartella attraverso un semplice copia e incolla. 1. Il file content.opf Questo file contiene tutte le informazioni più importanti sull’epub. Innanzitutto, dobbiamo modificare le prime 3 righe di codice, nelle quali è inserita la dichiarazione del formato. Sostituiamo, quindi, queste stringhe: <?xml version="1.0" encoding="UTF-8" standalone="yes"?> <package version="2.0" xmlns="http://www.idpf.org/2007/opf" unique-identifier="bookid"> <metadata xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:opf="http://www.idpf.org/2007/opf"> |
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April 2017
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